La cessione del Quinto: Domande
E' una forma di finanziamento riservata a lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, e ai pensionati: il rimborso avviene mediante trattenuta diretta sugli emolumenti con una rata massima che non può superare 1/5 della retribuzione mensile netta.
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 180 del 1950, successivamente modificato e integrato, regola la cessione del quinto.
Chi può beneficiare della cessione del quinto?
- tutti i lavoratori dipendenti del settore pubblico, statale e para-statale
- i dipendenti del settore privato in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato
- i pensionati
- tutti i dipendenti / pensionati che hanno già una cessione in corso, ( purché siano trascorsi almeno i 2/5 del periodo di rimborso ) o altri finanziamenti, compatibilmente con la propria situazione debitoria
Il mio impiego è part time: posso comunque richiedere il prestito?
Certo! La rata massima utilizzabile è il 20% dello stipendio netto a prescindere cheil contratto di lavoro sia full-time o part-time.
E se ho altri finanziamenti in corso?
La cessione del quinto può essere richiesta anche in caso di presenza di altri finanziamenti compatibilmente con la propria situazione debitoria.
Quale è la differenza principale tra Prestito Personale e Cessione del Quinto?
Nel Prestito Personale la rata viene pagata alla banca o alla finanziaria tramite bollettino postale o addebito sul conto corrente (RID), mentre nella Cessione del Quinto la rata viene detratta dallo stipendio o dalla pensione: è l'azienda o l'amministrazione presso cui si è dipendenti o pensionati che si preoccuperà di effettuare il versamento.
Quali sono i vantaggi della cessione del quinto?
- la dilazione di pagamento può arrivare fino a 120 mesi (10 anni)
- possono accedervi anche coloro con altri finanziamenti in corso, compatibilmente con la propria situazione debitoria.
- non vengono richieste garanzie accessorie, avvalli, fidejussioni o altro
- secondo quanto previsto dal D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180, il finanziamento deve prevedere l’assicurazione, di cui l’Istituto Mutuante sarà contraente e beneficiario, sulla vita del debitore e contro il rischio di impiego, a garanzia dell’importo totale dovuto e di durata pari a quella del finanziamento. L’Istituto Mutuante si farà direttamente carico del pagamento del premio relativo ai suddetti contratti di assicurazione. In caso di decesso del cedente, la Compagnia assicurativa dovrà estinguere il finanziamento nel rispetto delle condizioni di assicurazione; in tal caso, l’Istituto Mutuante potrà richiedere agli eredi il pagamento delle rate rimaste insolute al momento del decesso e imputabili al cedente
Qual è l'importo massimo richiedibile?
L'importo dipende da vari fattori: in primo luogo dipende dall'importo della retribuzione mensile, in quanto la rata del rimborso mensile non potrà superare 1/5 dello stipendio; dipendeanche dall'anzianità lavorativa, dall'età e dal TFR maturato.
Il finanziamento deve essere finalizzato?
Il finanziamento può essere utilizzato per qualsiasi tipo di spesa, che sia necessaria alla vita di tutti i giorni o che sia da destinare ai propri hobby o interessi.
Ho già una cessione del quinto in corso: posso ottenerne una seconda?
Si, è possibile chiedere una Cessione del Quinto anche se ne esiste già una attiva, purché siano trascorsi almeno i 2/5 del periodo di rimborso. Ad esempio: se il rimborso stipulato inizialmente è in 5 anni, si potrà chiedere una nuova Cessione dopo che siano trascorsi 2 anni. Tale operazione si chiama 'rinnovo della Cessione del Quinto'. Il rinnovo prevede che l'importo del nuovo prestito vada in parte a chiudere il prestito precedente e limporto residuo verrà erogato al richiedente dei pagamenti che otterrà nuova liquidità.
La Cessione del Quinto è un diritto del lavoratore?
Si, per i dipendenti dello Stato lo è sin dalla sua introduzione nel 1950, mentre per i dipendenti di aziende private e per i pensionati lo è dal 2005.
Che ripercussioni ci sono sul TFR?
Il TFR per i dipendenti delle società private viene posto a garanzia per la società finanziaria in caso di interruzione del rapporto di lavoro, per cui uno degli effetti più immediati è che il lavoratore non potrà chiedere un anticipo del TFR, se non su somme eccedenti l'importo residuo debito al momento della richiesta.
Cosa succede in caso di morte, infortunio o perdita involontaria del posto di lavoro?
Il TFR è vincolato irrevocabilmente, a favore della Cessionaria, sino alla completa estinzione del Finanziamento. In caso di morte, la Compagnia assicurativa dovrà estinguere il finanziamento nel rispetto delle condizioni di assicurazione; in tal caso, l’Istituto Mutuante potrà richiedere agli eredi il pagamento delle rate rimaste insolute al momento del decesso e imputabili al cliente. Ove non escluso dalla normativa, la Compagnia assicurativa resterà surrogata all’Istituto Mutuante in ogni diritto ad essa spettante nei confronti del cliente e dell'azienda o dell'amministrazione.
Che ruolo ha il datore di lavoro?
Il datore di lavoro, dopo la notifica del contratto, provvederà:
- ad effettuare una trattenuta dalla busta paga del dipendente pari all'importo della rata mensile e a versarla alla società finanziaria erogante il prestito.
- a trattenere, in caso di cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni o licenziamento, ogni somma maturata dal dipendente presso l'azienda: non solo il TFR, ma anche eventuali altri emolumenti quali ultimo stipendio, tredicesima, ecc. Tale somma andrà versata alla società finanziaria, che la utilizzerà per estinguere il debito residuo totalmente o parzialmente
In quante rate si può rimborsare il prestito?
La durata massima consentita è di 120 mesi (10 anni), mentre la durata minima non è inferiore ai 4 mesi (2 anni).
È possibile estinguere anticipatamente il finanziamento?
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